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COME QUELLA DEL CESANESE DI PIGLIO, AFFILE E OLEVANO, PROTETTA DAI SEGRETI DELLE COLLINE DELLA CIOCIARIA.
Filari arroccati sui costoni di roccia, morbide colline ricoperte da vigneti, un territorio recuperato ettaro per ettaro.
Il recupero del vitigno autoctono del Cesanese è avvenuto a partire dagli anni ’70, attraverso le mani di persone uniche che, ancora oggi, lavorano instancabilmente, sempre sorridenti, mentre, a cavallo del trattore, curano le vigne insieme alle loro famiglie.
Erano gli anni ‘70 quando molte persone, nate in questi luoghi, attratte dal sogno dell’industrializzazione, lasciavano le loro terre e i loro paesi d’origine per andare verso le città ed entrare in fabbrica. In quegli stessi anni, alcune di loro scelsero di restare e dedicarsi alla loro terra e in particolare alla coltura del vitigno autoctono del Cesanese, un frutto dalla bacche scure, uniche e preziose, e si impegnarono per tutelarlo e farlo prosperare. E’ questo il caso di Giovanni Terenzi, che dalla frazione Serrone, in località Piglio, decise di spedire le marse del vitigno autoctono Cesanese a Conegliano per certificarne l’autenticità. E fu attraverso persone come lui, Manfredi Massimi Berucci, Paolo Perinelli, Damiano Ciolli e altri che, filare dopo filare, si diffuse una viticoltura rinnovata che permise la specializzazione nel Cesanese delle aree, Serrone, Affile e Piglio, oggi meta di studiosi, cultori e appassionati che ricercano in questa territorio aspro, e allo stesso tempo straordinariamente accogliente, il segreto dell’unicità del Cesanese.
Un territorio ristretto che parte dai Monti Affilani alle cui pendici si trova Affile, fino ad entrare nella Valle del Sacco non senza aver toccato la “Città dei Papi”, Anagni.
Il percorso attraversa prima Serrone, arroccato sul versate sud del Monte Scalambra a 700 metri di altezza poi il borgo di Piglio – feudo delle famiglie Antiochia e Colonna – che taglia lì dove il nucleo antico di case corre lungo il costone di roccia, quindi approda ad Acuto.
Da qui l’itinerario si fa più morbido: si apre nelle colline dove viene prodotto il Cesanese del Piglio, e torna un po’ indietro verso il paese rinascimentale di Paliano.
Ancora 15 chilometri per raggiungere la cittadina di Anagni, dal centro storico-gioiello, ricco di un patrimonio artistico e architettonico, testimone senza tempo del suo ruolo nella storia della Chiesa Cattolica, città natale di quattro Papi, e a lungo residenza e sede papale.
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