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Un territorio da esplorare dal genius loci inconfondibile capace di tenere insieme: templi, leggende e vitigni autoctoni.
Esistono pochi luoghi in Italia che possono vantare una storia millenaria come quella del Lazio, che affonda le radici nel mito antico greco latino, su cui si è innestata una vertiginosa stratificazione artistica e culturale di tradizioni, storie e narrazioni, scaldata da una genuina verve popolare.
È decisamente un viaggio nel mito quello che offre la scoperta dei vini che nascono nel Sud del Lazio. Tutto si sprigiona da quel lembo di terra e di leggenda, identificato con l’attuale promontorio del Circeo, nel quale la maga Circe trattenne Ulisse per ben un anno, durante il suo lungo viaggio di ritorno verso Itaca, come narrato nell’Odissea.
Forse è ancora possibile vedere l’eroe omerico ammaliato dalla morbidezza di quel paesaggio, dove il Mediterraneo si fa temperato ed amico, allungando i suoi effetti climatici in un entroterra fertile che vanta vitigni autoctoni, quali il bellone, il nerobuono, la biancolella, il moscato, un territorio protetto da coste a picco sul mare e reso unico da lunghe spiagge di sabbia sottile che permettono la coltivazione della vite con il piede a terra..
Ed è proprio partendo dal Parco Nazionale del Circeo, che si incontra la famosa Villa di Domiziano (I secolo d.C.) e la Fonte di Lucullo, grotta artificiale romana, mentre San Felice Circeo, oltre alla citazione omerica, vanta anche la presenza di una testimonianza del Paleolitico, con la Grotta dell’uomo di Neanderthal, ancora oggi visitabile.
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